Dalla parte di chi soffre. Viaggio nell'irreale

Dalla parte di chi soffre. Viaggio nell’irreale

Come i colpiti dal virus vivranno le informazioni e i commenti?

Su un primo punto penso che tutti possiamo concordare: la situazione che stiamo vivendo ha dell’irreale. Non siamo in guerra, ma viviamo in un modo che mai avremmo immaginato potessimo farlo.

La tecnologia ci aiuta negli approvvigionamenti, e il sistema, per quanto imperfetto e migliorabile, cerca di tamponare le falle che si aprono.

Ad aumentare il clima di scarsa percezione della realtà affiorano alcune contraddizioni. Leggendo sui social ci rendiamo conto di quanto diverse siano le necessità e le aspettative della gente.

Sono balzate alla ribalta alcune esigenze che paiono banali, ma che alla prova dei fatti risultano imprescindibili. La cura degli animali domestici, la necessità di fare moto, la comodità di essere aggiornati attraverso i giornali, e mille altre cose che erano date per scontate e banali, ma che ora “sentiamo” quanto sono importanti.

Sono sorte di conseguenza delle lamentele circa l’opportunità di alcune misure. In moltissimi hanno contestato alcune decisioni giudicandole ora eccessive, ora permissive. Si sono scatenati dibattiti e persino liti sui social.

Di fronte a questa situazione non so in quanti abbiano recuperato il senso dell’emergenza. Percezione che invece hanno ben presente coloro che dal virus sono stati colpiti direttamente, o che hanno visto colpire i parenti e gli amici più cari.

Chi ha subìto la perdita di uno dei propri cari, chi lo vede lottare contro la morte minuto dopo minuto, come vivrà questi dibattiti? Cosa penserà nel suo cuore? Qual’è la sua percezione dell’importanza delle cose?

Penso a chi non potrà riabbracciare e neppure rivedere il proprio parente, bruciato prima di poter dare e ricevere l’ultimo saluto. Cerco di immedesimarmi, ma è impossibile, in chi trascorre ogni secondo col pensiero al padre, o alla madre, o a un congiunto intubato. Attendendo con terrore ogni squillo del telefono.

Come giudicheranno queste persone l’impeto che mettiamo nelle discussioni sui social? Cosa penseranno di noi, che giudichiamo imprescindibili aspetti della vita che di fronte alla vita stessa decadono in un nulla?

Ecco perché probabilmente l’emergenza prioritaria, in questo momento diventa l’empatia. Immedesimiamoci e cerchiamo di pensare a chi soffre. Forse è questo l’insegnamento saliente che questa pandemia ci può trasmettere.

 

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